ATESSA. «Chiediamo alla Regione Abruzzo di velocizzare tutte le procedure per la concessione degli aiuti previsti e di verificare la possibilità di stanziare ulteriori risorse finanziarie regionali da destinare agli aiuti alle aziende vitivinicole danneggiate dalla peronospora». Queste sono le richieste contenuto in un documento, redatto dai sindaci e sottoscritto anche dal Cri (Coordinamento rurale indipendente), inviato alla Regione. «Da che parte sta la Coldiretti, il sindacato agricolo più grande d’Europa: da quella dell’assessorato regionale all’agricoltura, che in questo momento fa spallucce di fronte alle richieste di centinaia di imprese agricole ormai esasperate dalla vicenda in corso, oppure dalla parte degli agricoltori?» chiede Domenico De Francesco, presidente del Cri che ha la sede ad Atessa. Il problema denunciato riguarda i fondi dei danni della peronospora, patogeno dei vitigni causato da eccessiva pioggia nella primavera 2023. La Regione Abruzzo ha stanziato circa 10,2 milioni di euro per gli aiuti alle imprese danneggiate. Soldi che rimangono nei cassetti.
«Allo stato attuale», puntualizza De Francesco, «alle aziende danneggiate non è stato elargito alcun tipo di aiuto. Le imprese del settore, ormai alle prese con scadenze di vario tipo e stanche di chiedere invano gli aiuti promessi, hanno deciso di affidarsi nelle mani dei propri sindaci per far sentire la loro voce, infatti a giorni» continua il presidente del Cri «sia presso la presidenza della Regione Abruzzo, assessorato all’agricoltura, sia presso il governo nazionale arriverà una protesta sottoscritta da tutti i sindaci abruzzesi, appartenenti alle aree interessate dal danno riconosciuto, con l’esplicita richiesta di velocizzare lo storno degli aiuti nonché di aumentare la dotazione finanziaria per coprire interamente i danni accertati. Siamo al paradosso che vorrebbe, centinaia di imprese agricole del settore viticoltori, alle prese con questa ingiustizia, per far valere i loro diritti anziché rivolgersi alle sindacali nazionali, hanno dovuto chiamare in causa i loro sindaci e associazioni minori di carattere territoriale a loro sostegno».
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