CHIETI. «Sul rifugio Pomilio sono state diffuse notizie in modo parziale»: per questo Eugenio Di Marzio, presidente della sezione Majella del Club alpino italiano, fondata a Chieti nel 1872, intende fare chiarezza. Di Marzio ricorda che «nel 1968 la sezione acquista dal Comune di Rapino la particella di terreno dove è realizzato il Pomilio, “libera da iscrizioni e trascrizioni”. In virtù di tale atto la sezione ha realizzato l’attuale struttura con diversi interventi, con grandi impegni economici ancora da soddisfare, aggravati dall’inadempienza di fruitori da due anni non in regola con i pagamenti. Nel 1986 inizia una causa per il riordino degli usi civici, che si conclude nel 2019 con una sentenza che prevede “la reintegra in favore della comunità dei cittadini di Rapino”, confermata nel 2021 dalla Corte d’appello di Roma. Attualmente è ancora in atto un ricorso in cassazione». Di Marzio ricorda che a partire dalla prima sentenza «si è cercata una soluzione con chi di competenza, come per altri rifugi d’Italia. Visto che tutte le iniziative della sezione per trovare un accordo si sono rivelate vane, prima dello scadere del quinto anno, per evitare che ogni richiesta di indennizzo andasse prescritta, la sezione è stata costretta a richiedere al Comune quanto di competenza. L’azione era finalizzata anche a evitare che una sentenza negativa verso il Comune di Rapino costringesse quest’ultimo ad aumentare le tasse per un eventuale debito con la sezione di Chieti, considerata la differenza tra valore dell’immobile (tra i 750mila e gli 800mila euro) e le somme impropriamente pagate al Comune. (a.rap.)
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