L’AQUILA. «Da mesi 53 famiglie affollano gli uffici per vedersi riconosciuto non solo il diritto all’abitazione secondo quanto prevedono le norme vigenti, ma anche la trasparenza che il Comune dovrebbe garantire a ogni cittadino». I capogruppi di opposizione in consiglio comunale, Paolo Romano (L’Aquila Nuova) ed Elia Serpetti (Il Passo possibile), intervengono sul nodo assegnazioni delle case popolari, sia vecchie sia nuove, dopo la pubblicazione di «un bando uscito esattamente un anno fa, solo a seguito delle azioni di denuncia da parte dell’opposizione, ma a oggi drammaticamente fermo. Le famiglie», precisano, «hanno atteso questo bando della mobilità nelle case popolari per anni, visto che l’ultimo risale al 2017: si tratta del riconoscimento di un’opportunità per chi ha visto mutate le condizioni del nucleo familiare rispetto alle dimensioni dell’alloggio, per chi purtroppo ha visto mutare il proprio stato di salute e oggi si trova ad abitare un alloggio inidoneo per l’eventuale presenza di barriere architettoniche e/o per la lontananza dal luogo di cura/assistenza e per chi, già assegnatario alla data del 6.4.2009, causa la mancata erogazione del finanziamento per la ricostruzione, si trova in un Progetto Case/Map e nutre la legittima aspettativa di tornare ad abitare un alloggio non provvisorio a canone sociale», affermano in una nota congiunta. «Finora uno degli ostacoli era rappresentato dalla mancata nomina del delegato del sindaco nella commissione Erp deputata all’istruttoria delle domande e alla consequenziale graduatoria. La nomina è arrivata solo due giorni fa e solo perché, nel prossimo consiglio comunale, il consigliere Serpetti discuterà un’interrogazione a riguardo. Ma anche sulle nuove assegnazioni delle case popolari le cose non vanno per il meglio», fanno presente. «Di fatto si sta ancora attingendo alla graduatoria del 2016, con quella del 2017 che risulta essere ancora in istruttoria; nel frattempo, però, è stato rifatto, dal 2019, sempre grazie alle opposizioni, un bando per chi ha necessità di accedere nell’edilizia residenziale pubblica in riferimento all’annualità 2023 e si è già in attesa di quello relativo all’annualità corrente che dovrà uscire entro il 30 settembre 2024. Un caos che colpisce sempre e solo i cittadini più fragili che noi, come opposizione, abbiamo il dovere di difendere». (t.d.b.)