PESCARA. Nove colpi nei distributori automatici in poco più di un mese, di cui l’ultimo nella notte tra lunedì e martedì in piazza Garibaldi. L’autore è sempre lo stesso: un 26enne originario di Chieti, senza fissa dimora, con all’attivo diverse denunce per furto aggravato, un arresto in flagranza di reato e anche la misura del divieto di dimora a Pescara. Ma nonostante le ripetute segnalazioni e gli interventi puntuali delle forze dell’ordine, il ladro continua a colpire indisturbato a volto scoperto, utilizzando la stessa tecnica per appropriarsi del denaro contenuto nelle macchinette: pochi spiccioli, necessari probabilmente per acquistare le dosi di droga.
A lanciare l’allarme è il gestore dei distributori automatici che, dopo l’ultimo raid, chiede di essere tutelato dallo Stato italiano perché, come racconta, si sente «impotente di fronte alla raffica di furti che va avanti dal 10 aprile scorso». L’uomo, che per ragioni di privacy intende mantenere l’anonimato, racconta di un’ondata di furti messa a segno nelle ore notturne nei negozi automatici h24 che si trovano in via Roma, viale Bovio e piazza Garibaldi. Come si evince anche dai filmati delle telecamere di videosorveglianza, al vaglio anche delle forze dell’ordine, a entrare in azione è sempre la stessa persona che, avolto scoperto e con l’aiuto di un arnese da scasso, è solito prendere di mira i distributori di bibite, merendine e altri prodotti per appropriarsi del denaro contenuto all’interno delle macchinette. «Non so più come fare e come difendermi», racconta il gestore dei distributori automatici, «stanotte in piazza Garibaldi ho subito l’ennesimo furto, il nono per la precisione, e subito dopo il ladro ha fatto visita a un ristorante che si trova qui a 20 metri. Il problema non sono i poliziotti, che ringrazio tantissimo per la disponibilità e professionalità, ma il problema è lo scoglio successivo, ovvero la giustizia italiana, perché è già stato prima arrestato e poi denunciato, ma poi viene lasciato libero di colpire di nuovo e danneggiare le nostre attività. Non è normale che noi cittadini onesti che paghiamo le tasse non siamo tutelati».