L’AQUILA. Partiranno presto i lavori di ristrutturazione dell’ex stazione ferroviaria di Capitignano inutilizzata da quasi novant’anni. Il progetto esecutivo, redatto dal Comune di Capitignano, è stato acquisito dall’Ufficio speciale di Fossa e sarà finanziato con 800.000 euro. Il Comune di Capitignano è diventato proprietario dell’ex stazione dopo una intesa con il Ministero dei beni e delle attività culturali e l’Agenzia del Demanio.
LA STORIA
Aperta nel 1922 al completamento della linea ferroviaria L’Aquila-Capitignano, l’ex stazione ferroviaria di Capitignano, a circa 30 chilometri dall’Aquila, è rimasta in servizio fino alla dismissione avvenuta nel 1935. Al pari delle altre stazioni, si legge sul sito del Ministero «anche quella di Capitignano è ispirata agli chalet di montagna con tetti spioventi, e fu al tempo attrezzata di ogni comodità, sia per le merci che per i viaggiatori. È composta da un edificio principale su due livelli, già destinato a stazione ferroviaria, un secondo edificio di servizio alla stazione e un edificio originariamente destinato a ricovero locomotive. L’area centrale sporgente ha un’altezza maggiore rispetto alle ali laterali, conferendo così compostezza ed equilibrio all’intero edificio. L’interno ha mantenuto la sua composizione originaria, con una scala principale che permette l’accesso ai piani superiori, al tempo residenza degli addetti alle stazioni e ai servizi ferroviari. L’accordo di valorizzazione sottoscritto tra Agenzia del Demanio, Segretariato regionale per l’Abruzzo e il Comune di Capitignano prevede la riconversione degli edifici viaggiatori, degli uffici e della rimessa locomotive in strutture turistiche ricettive fortemente identitarie dei luoghi e a servizio della ciclovia L’Aquila-Capitignano».
PROGETTO PIù
La ristrutturazione della ex stazione ferroviaria è però solo il primo passo di un progetto più ampio a cui sta lavorando da tempo il Comune di Capitignano. «Il nostro obiettivo», dice il primo cittadino Franco Pucci, «è quello di fare della zona un punto di riferimento per il turismo. Alcuni dei map post sisma, una volta dismessi dalla loro funzione originaria, costituiranno un villaggio turistico. Faremo anche una sorta di anfiteatro per spettacoli e momenti ricreativi, valorizzeremo una vicina area archeologica, realizzeremo un museo sui più recenti terremoti, ci sarà un’area camper e aree verdi. Insomma un posto da vivere tutto l’anno. L’ottica è quella di creare occasioni di lavoro per coloro che vogliono scommettere sul nostro territorio – che ha tante potenzialità, a partire dalla bellezza del paesaggio – ancora inespresse».
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