CHIETI. Nell’auditorium del rettorato dell’Università d’Annunzio si spengono le luci e sul maxischermo si illuminano le figure in bianco e nero di Giorgio Gaber e Mina che cantano in duetto la celebre “Ballata del Cerutti” e poi “Barbera e champagne”. Parte così, con un pezzo di storia della televisione italiana, l’omaggio che la d’Annunzio, a qualche mese dal ventennale della morte, ha voluto dedicare al celebre cantautore. L’appuntamento, intitolato “Ricordando il Signor G.”, è stato aperto agli studenti e all’intera cittadinanza. A spiegare la ragione dell’iniziativa è stato in prima persona il rettore Liborio Stuppia che, smessi panni del genetista, rivela la sua passione per il Signor G., ne delinea la figura non solo come quella di un grande cantautore ma soprattutto come quella di un intellettuale a tutto tondo che ha ancora molto da dire alla società contemporanea e pertanto si rallegra per la presenza di tanti studenti in platea.
A introdurre il dibattito, spesso intervallato dalle canzoni, è stata Elisabetta Dimauro, presidente dell’Associazione musicale e culturale di ateneo. Ospiti dell’appuntamento l’attore Francesco Centorame, il presidente della “Fondazione Gaber” Paolo Dal Bon, e Giuseppe Fidelibus, docente di Filosofia teoretica alla d’Annunzio e amico di Gaber. Stuppia si sofferma anche su aspetti sociologici: «Gaber racconta con coraggio il naufragio di un sogno collettivo», dice, «il crollo delle ideologie del ventesimo secolo e il fallimento della generazione che in quel sogno aveva creduto. Dall’ironia passa all’invettiva e attacca tutti, con toni per nulla politicamente corretti. Ha odiato soprattutto tre cose: la massa, la stupidità e l’ipocrisia». Di qui l’appello del rettore agli studenti presenti: «Ragazzi non diventate mai massa».
La verve del professor Fidelibus ha poi messo in luce altri aspetti del cantautore, senza dimenticare alcuni passaggi della storia personale del docente, a partire da quella fragorosa risata in prima fila a uno spettacolo di Gaber che fu il là per il primo incontro nel 1983 con l’artista, i cui brani sono diventati materiale didattico del prof. Le iniziative dell’Università d’Annunzio dedicate ai grandi cantautori italiani non si fermano con quella di ieri. Il rettore Stuppia ha già annunciato un appuntamento dello stesso genere, da tenere in estate, per rendere omaggio a Fabrizio De André. (a.i.)
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