CHIETI. L’impegno politico e quello professionale, oltre che il ruolo nella vita culturale regionale e cittadina che lo vide, tra le altre cose, ricoprire l’incarico di direttore amministrativo del teatro Marrucino tra il 2006 e il 2008. Il mondo della cultura, della politica e del giornalismo esprimono cordoglio per la scomparsa di Francesco Di Vincenzo, venuto a mancare all’età di 80 anni nel giorno di Venerdì Santo. «Una persona per bene, gentile e generosa», lo definisce l’ex parlamentare di Pds e Sinistra italiana Gianni Melilla, «se ne è andato un caro amico e compagno, giornalista di valore, scrittore, intellettuale e organizzatore culturale». Melilla, che ha conosciuto Di Vincenzo negli anni ’70 grazie alla comune militanza nel Pci, definisce «fenomenale» il quindicinale di cui Di Vincenzo fu animatore, “Abruzzo d’oggi”, rivista legata appunto al Partito comunista.
È alla metà degli anni ’70 che Di Vincenzo dirige il periodico, all’epoca una novità nel panorama dell’informazione politica regionale. Collabora inoltre con L’Unità e Rai 3 Abruzzo ed è tra gli animatori della rivista “Vario”. Tra le sue pubblicazioni c’è il libro “I comizi e il miele” in cui racconta il rapporto di Enrico Berlinguer con l’Abruzzo nei dieci anni in cui il segretario comunista è capolista nelle competizioni elettorali: un testo diventato filo conduttore della docufiction “Un compagno di nome Enrico”, presentata a Roma nell’ambito della mostra allestita nel quarantennale della morte di Berlinguer.
Per il Sindacato giornalisti abruzzesi Di Vincenzo è stato «un giornalista che ha sempre saputo unire all’impegno politico e sociale la capacità d’interpretare le trasformazioni culturali della società abruzzese». Il presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo Stefano Pallotta ricorda che «Francesco non era semplicemente un giornalista, era un narratore di verità e un innovatore che ha contribuito a diffondere in Abruzzo un giornalismo di impegno sempre improntato alla diffusione della cultura nel solco di una interpretazione gramsciana della società».
«È stato per anni un solido punto di riferimento per tutta la sinistra abruzzese», sottolinea una nota della fondazione Abruzzo riforme, «con la sua intelligenza vivace, con la sua grande cultura, ha saputo sempre porsi come elemento di stimolo importante, di riflessione mai banale».
Cesare Di Martino, che attualmente ricopre il ruolo di direttore amministrativo del Marrucino, ha fatto pubblicare a nome dell’ente un manifesto di cordoglio per la morte di Di Vincenzo. «Lo conoscevo anche al di fuori di teatro», dice Di Martino, «di lui ho apprezzato e ricordo l’impegno che metteva per la cultura e per il teatro. Lo ringrazio per tutto ciò che ha fatto: un grande uomo».
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