Negli ultimi dieci anni Selena Gomez ha sofferto di numerosi problemi di salute. Ha infatti scoperto di essere affetta da lupus, una malattia autoimmune che l’ha costretta a subire il trapianto di un rene e ha ricevuto una diagnosi di disturbo bipolare, cosa che l’ha portata a cercare aiuto presso centri di salute mentale. In tutto ciò ha dovuto sopportare la fine di una relazione che è stata al centro delle cronache rosa per mesi. 

Problemi, soprattutto riguardo la sua salute mentale, che non ha mai nascosto. Il motivo? “Sono stata costretta a farlo. E ne sono felice. Non che mi sia mai vergognata, è solo che davvero non sapevo che cosa stesse succedendo, quindi non volevo parlarne”. Quando ha deciso di chiedere aiuto e di intraprendere un percorso di cura, la notizia si è sparsa ovunque. Fortunatamente la cosa è avvenuta quando era già a metà del suo percorso, quando sapeva di non avere più motivo di vergognarsi. “È stato allora che ho realizzato: non mi vergogno di quello che sto passando, perché ho cercato aiuto. Mi riapproprierò del mio potere e racconterò la mia storia. La gente deve conoscere la verità”.

Quanto alla diagnosi di lupus e al successivo trapianto di rene, non è stato così semplice. Ricorda di aver pensato: “Perché, Dio? Perché io? Ci sono momenti in cui mi viene da chiedere che cos’ho fatto per meritarmelo”. Un giorno, mentre visitava un ospedale, un episodio le ha cambiato la vita. Un bambino aveva tanto voluto incontrarla ma, mentre era a pochi centimetri da lei, si rifiutava di guardarla. A quel punto la mamma gli ha detto che anche Selena era affetta da lupus e lui ha subito cambiato atteggiamento, dicendole: “Davvero? Come mai ce l’hai anche tu?”. Da quel momento ha iniziato a pensare: “Forse è per questo che ho affrontato tutto. Allora posso sedermi con qualcuno e dirgli: ‘Ehi, anch’io’. Mi ha fatto capire che la mia missione era molto più grande che avere qualche problema di salute”.

La Gomez si batte anche per contrastare lo stigma sulla salute mentale, con troppe connotazioni negative che si associano alla malattia. Quando ha ricevuto la diagnosi di disturbo bipolare, l’ha rincuorata sapere che c’erano persone in tutto il mondo che stavano affrontando la stessa cosa: “Mi ha rincuorato, lo dico sul serio, perché ho sentito che non ero l’unica. Cercare di capire da soli quello che ti sta succedendo ti dà coraggio. Perché, in fin dei conti, è qualcosa che riguarda solo te. E dire a te stessa: ‘Ok, so che mi sta accadendo questa cosa, devo pensare a che cosa posso fare per migliorare’ ti dà una sensazione di potere”. Tutto ciò non la preoccupa: “Non sento alcuna pressione. Sento solo il sollievo di poter aiutare qualcuno a sentirsi visto e ascoltato”.