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AVEZZANO. «La tornata elettorale regionale ha avuto il merito di svelare le ridondanti contraddizioni che caratterizzano il Palazzo di città». A una settimana dalla riconferma di Marco Marsilio al timone della Regione Abruzzo, a rompere il silenzio, avanzando pungenti riflessioni nei confronti del sindaco di Avezzano e della sua maggioranza, è Loreta Ruscio, ex assessore al Bilancio di Gianni Di Pangrazio, che si è dimessa a gennaio scorso non senza polemiche. «Il sindaco», commenta Ruscio, «offre alla lista del presidente Marsilio il proprio “delfino” per poi non promuoverne la votazione neppure nella sua frazione di riferimento, Paterno». Il riferimento è a Giovanni Stinelli, persona molto vicina a Di Pangrazio, che con 107 voti si è piazzato all’ultimo posto nella lista “Marsilio Presidente”, la stessa che avrebbe più volte spalancato le porte a Domenico Di Berardino. La candidatura del vicesindaco alle regionali, come è noto, è stata caldeggiata sia dal centrodestra, che lo avrebbe voluto in coppia proprio con Loreta Ruscio, che dal centrosinistra nella lista di Azione, il partito di Carlo Calenda, con Di Berardino che aveva sciolto la riserva a pochi giorni dalla presentazione della liste. Lo stesso Stinelli, in un post su Facebook, non ha nascosto di essersi candidato per amicizia e a pochi giorni dal termine ultimo per la chiusura delle candidature.
«L’unico candidato amministratore locale di centrodestra, (Antonio Del Boccio, ndc)», prosegue l’ex assessore al Bilancio, «è stato disarcionato dal sindaco e da tutti consiglieri di maggioranza, vanificando così l’opportunità per una manciata di voti». Con 2.267 preferenze Del Boccio si è piazzato al terzo posto nella lista della Lega, sfiorando la poltrona di consigliere per 198 voti, quelli che lo separano da Carla Mannetti. Come oramai noto, infatti, Di Pangrazio e gran parte della sua maggioranza hanno scelto di sostenere Mario Quaglieri, risultato il più votato d’Abruzzo, preferendolo a un rappresentante diretto dell’amministrazione comunale, Del Boccio. «Dal momento in cui l’urna tutto svela e nulla nasconde», affonda Ruscio, «c’è stato chi ha pensato bene di assicurarsi futura copertura, per sé o per i propri familiari, ricevendo nel Palazzo il candidato plebiscitario di Fratelli d’Italia. Dinanzi a tale scenario, solo i “nuovi eletti regionali” potranno mettere ordine chiedendo ai propri iscritti di passare ai banchi dell’opposizione, sempre che il primo cittadino non voglia dotarsi di una nuova maggioranza. Vero è tuttavia», conclude l’ex assessore al Bilancio, «che per passare ai banchi dell’opposizione ci vuole competenza e se ne vede poca, mentre rimanere in quel grigiore della zona franca nasconde l’assenza di dignità di molti».
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