PESCARA. Mario Corizzo, 63 anni, di Termoli, è arrivato a Pescara il 16 giugno scorso, nel reparto di Ematologia, dove gli è stata diagnosticata la leucemia. Da nove mesi è ospitato nella casa Ail di via Rigopiano dove, dice, si sente come a casa, coccolato dall’affetto di altri pazienti e dei responsabili della struttura.
Come ha reagito di fronte alla malattia?
«Non è facile accettarla, però l’ho presa abbastanza bene. La cosa strana è che quando l’ho saputo, dopo aver fatto delle analisi del sangue di routine, mi sentivo in forma. Bisogna sempre avere la forza di guardare avanti e non perdere la lucidità. Inizialmente mi avevano detto che la mia situazione era piuttosto grave. Poi, piano piano, i medici mi hanno rassicurato».
È stato lei a decidere di trasferirsi a Pescara, nella casa Ail?
«Sono stati gli operatori sanitari a consigliarmi di stare qui. Viaggiare sempre non aiuta ad affrontare il percorso in maniera serena. Un giorno, a luglio, sono andato a casa, ma sono svenuto. Per fortuna in quel momento non ero solo. Sono stato aiutato da alcuni amici».
Ora come va la cura?
«Bene. Sto facendo la chemio riparatrice. Poi potrò fare il trapianto del midollo. Non ho ancora la data precisa e al momento preferisco non pensarci. Affronto tutto con molta cautela, un passo alla volta. Poi vedremo. I medici sono molto professionali. Sono fiducioso, anche perché mia figlia, che vive a Bologna, è compatibile».
Come si trova qui?
«Bene, siamo come una grande famiglia. Ora non voglio piangere, ma è proprio così. Siamo tutti molto uniti e la struttura è piena di comfort. Nei prossimi giorni arriverà mia figlia a trovarmi e resterà con me una settimana». (s.d.v.)