PESCARA. «La sede della Regione Abruzzo si farà sulle aree di risulta». Lorenzo Sospiri, presidente del consiglio regionale di Forza Italia, non usa il condizionale per replicare a Carlo Costantini, candidato sindaco del centrosinistra, che ieri in un intervento sul Centro si è schierato contro il progetto definendolo «una colata di cemento». Con i lavori di bonifica in partenza, primo passo per costruire poi il palazzo della Regione, Sospiri dice: «Una struttura di soli 4mila metri quadrati su una superficie di 13 ettari, ossia di 130mila metri quadrati, con 6,7 ettari di parco verde attrezzato ossia 67mila metri quadrati. Spazi dunque fruibili, utili, solidi, e non un bosco con annessa colata di cemento, come previsto dal progetto firmato Pd».
Il futuro del cuore di Pescara è e sarà il tema ricorrente della campagna elettorale fino alle comunali del 9 giugno. «Costantini, come tutta la sinistra pescarese», dice il presidente, «apre una campagna elettorale contro la città e si prepara a dire no alle ambizioni di una città moderna, all’avanguardia e per la quale Regione e Comune stanno realizzando grandi cambiamenti epocali. Costantini arriva tardi, arriva male e soprattutto stentiamo a credere che abbia mai visto il progetto del centrodestra o sicuramente non avrebbe fatto una simile uscita pubblica che non è contro il centrodestra, ma contro la città di Pescara e la sua crescita».
Nei giorni scorsi, il sindaco Carlo Masci (Forza Italia) ha annunciato il via ai lavori a stretto giro con un primo finanziamento di 20 milioni: «Una bonifica», commenta Sospiri, «che pone fine a una narrazione durata 23 anni, durante i quali tanti progetti si sono succeduti e mai alcuno è riuscito a concretizzare una delle iniziative urbanistiche forse più strategiche per il futuro di Pescara e per il rilancio del centro commerciale naturale in cui si concentrano quasi mille attività». Sospiri si schiera contro Costantini: «Dire no a quell’opera epocale significa cancellare lo sviluppo, significa lavorare contro gli interessi della città e dei pescaresi che sapranno far sentire la propria voce e fermare chi per l’ennesima volta tenta di spegnere Pescara». Il presidente fa il suo punto sui fondi: «Sulla realizzazione della nuova sede della Regione a Pescara la stessa Regione investirà ben 52 milioni di euro complessivi, 18 milioni già pronti ed erogati, 34 milioni del Fondo di sviluppo e coesione già assegnati dal governo Meloni». Sospiri annuncia anche la nuova mappa degli uffici: «Nella struttura verranno accorpati tutti gli uffici regionali oggi sparsi sul territorio, ad eccezione, per ora, di quelli politici della presidenza del consiglio regionale e dei gruppi consiliari che hanno una propria sede di proprietà in piazza Unione. E poi realizzeremo parcheggi, nuova viabilità, senza dimenticare le economie che deriveranno con l’accorpamento degli uffici dismettendo tutti gli spazi oggi in affitto tra via Passo Lanciano, via Tiburtina, via Firenze e corso Vittorio Emanuele. Chi voleva realizzare una colata di cemento inutile è il Pd».
Sul caso interviene anche il consigliere comunale Giampiero Lettere: «Sembra che Costantini non sia il candidato sindaco del centrosinistra e dei Cinque Stelle perché, alla vigilia delle regionali, rinnega strumentalmente il progetto che la sua coalizione, con il Pd e liste civiche, aveva messo a punto per l’area di risulta. Se ne esce con una frase ad effetto, “niente cemento nell’area di risulta”, quando il suo centrosinistra aveva previsto, in quello spazio, due palazzi residenziali e un centro commerciale, con tutti i parcheggi dell’area centrale della città, compresi quelli che si trovano all’esterno dell’area di risulta, gestiti dai privati, giorno e notte. Sarebbe stata una vera e propria privatizzazione dello spazio più prezioso della città. Volendo usare uno slogan», dice Lettere, «la previsione del centrosinistra era “più cemento per tutti”, con ottimi affari per i privati e un danno consistente per la comunità pescarese. Ma il centrodestra non ha permesso che avvenisse la più grande speculazione edilizia mai vista in città». (p.l.)