TERAMO. I due minorenni teramani accusati di rapine ed estorsioni ai coetanei vanno subito a processo. Perché per la Procura competente l’impianto accusatorio è più che solido: ed è con questa certezza che è stata fatta la richiesta di giudizio immediato accolto dal gip.
Il processo inizierà il 20 marzo. I due minorenni arrestati a dicembre con l’accusa di rapina ed estorsioni ad alcuni coetanei, dopo un mese hanno lasciato l’istituto penitenziario di Benevento con obblighi ben precisi che il giudice del tribunale per i minorenni dell’Aquila Roberto Ferrari ha messo nero su bianco: per uno detenzione in una comunità, per l’altro detenzione a casa con il divieto di usare i social e possibilità di andare a scuola. Perché nel tempo in cui troppo spesso il connubio social-bullismo diventa materia da codice penale con vittime sempre più giovani, è evidente che anche gli strumenti giuridici vengano applicati a tutela di tutti. Soprattutto laddove ci sono minori coinvolti, sia come parti offese sia come indagati. E questo proprio nell’attuazione di quella giustizia minorile che mira soprattutto e principalmente al principio rieducativo della pena.
Le indagini, coordinate dalla Procura per i minorenni dell’Aquila guidata dal procuratore David Mancini, all’epoca sono state portate avanti dai carabinieri della compagnia di Teramo e dai poliziotti dalla squadra mobile. In particolare, il ragazzo quindicenne è accusato di aver commesso due rapine nei confronti di altrettanti minorenni, una il 10 ottobre e l’altra il 12 settembre. Il sedicenne invece è accusato di aver commesso, in concorso con l’altro arrestato, la rapina avvenuta il 12 settembre. In alcune occasioni sarebbe stato usato anche un coltello per minacciare i ragazzini vittime delle rapine e delle richieste di soldi: somme tra 10 e 20 euro.
I due minorenni sono assistiti dagli avvocati Eugenio Galassi e Federica Benguardato.(d.p.)
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