CASOLI. Il 12 febbraio 2023 strangolò la madre Cesira Bambina Damiani, cercò di suicidarsi, fu salvato dai carabinieri che poi lo condussero in carcere dove è ancora oggi. Francesco Rotunno, 65 anni, difeso dall’avvocato Silvana Vassalli da ieri, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela con la vittima (la madre) e dalla minorata difesa della donna, è a processo in Corte d’assise a Lanciano; presidente il giudice Giovanni Nappi a latere Maria Rosaria Boncompagni. Per l’accusa, – in aula il procuratore Mirvana Di Serio – Rotunno strangolò con un laccio la madre 88enne affetta da cecità bilaterale totale con cui viveva in un appartamento in corso Umberto I a Casoli, la lasciò distesa sul letto con accanto ai piedi gli indumenti da corredo funerario e fuggì via. Fu ritrovato per strada con i polsi tagliati e in stato di ipotermia dai carabinieri che prima lo fecero ricoverare in psichiatria e poi lo portarono in carcere.
L’uomo, presente in aula ieri, come ricorda l’avvocato non ha mai negato né ammesso l’omicidio; alle domande degli inquirenti ha sempre risposto con “non so”, “non ricordo” “perché ancora oggi non ha contezza di quanto accaduto quella domenica, né dell’omicidio, né delle 5 profonde ferite ai suoi polsi. Uno stato di confusione, di depressione anche prima dell’omicidio che ha portato l’avvocato a chiedere un’analisi psichiatrica dell’uomo non come atto preliminare, ma all’esito dell’istruttoria. Richiesta respinta dalla corte che ha considerato la perizia strettamente legata a capire se l’imputato può stare a processo, se è capace di intendere e di volere al momento del fatto e lui non è affetto da turbe psichiche anche se ha una grave sofferenza psicologica.
Dalla prossima udienza, il 16 febbraio, si entrerà nel vivo del processo con 12 testimoni. Si parte con i primi 5 dell’accusa, ossia i carabinieri di Casoli e Lanciano che hanno condotto le indagini, il medico legale Pietro Falco che ha effettuato l’autopsia sull’anziana stabilendone la morte per “asfissia meccanica cagionata da strangolamento con un laccio”, e la badante che quella domenica trovò il corpo.
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