ROSETO. Lo scontro politico sull’affidamento del portale turistico VisitRoseto non si placa. Le precisazioni, con relative accuse ai consiglieri Francesco Di Giuseppe (FdI) e Teresa Ginoble (Siamo Roseto), da parte del sindaco Mario Nugnes e dell’assessore Annalisa D’Elpidio sulla proroga di un anno a due ditte della gestione del sito internet, non vanno giù a entrambi i rappresentanti dell’opposizione che avevano contestato il prolungamento dell’incarico. «Il maldestro tentativo di fuorviare i cittadini con giri di parole vuoti iniziano a non attecchire più perché, a oltre due anni dall’avvio della consiliatura, i fatti stanno a zero, soprattutto a livello turistico», dicono Di Giuseppe e Ginoble, «quando parliamo di meno 100mila presenze lo facciamo con cognizione di causa, perché i numeri, a differenza delle favole che si inventa Nugnes, parlano da soli e ci restituiscono un dato disastroso. L’invito che rivolgiamo al sindaco di iniziare a ponderare bene le parole e di limitarsi ad attaccare l’opposizione, per lui scomoda, solo a livello politico senza toccare la sfera personale, perché così dovrebbe comportarsi un primo cittadino dotato di spessore istituzionale e caratura morale elevati».
A sostegno dei due consiglieri ci sono anche il gruppo di Fratelli d’Italia e l’associazione Siamo Roseto. «Quelli della maggioranza sono attacchi strumentali», affermano, «come nel caso delle assurde accuse rivolte alla consigliera Ginoble colpevole, a detta della maggioranza, di aver confermato l’incarico per cinque anni alla stessa società, dimenticando però che la stessa era quella ereditata dall’amministrazione Pavone». Siamo Roseto e Fratelli d’Italia difendono Di Giuseppe. «Il consigliere sarebbe reo, secondo il Comune, di lavorare in Regione senza concorso», affermano, «oltre a rimanere esterrefatti dalla bassezza e dal ripetersi di accuse non politiche, ricordiamo al sindaco che il contratto del consigliere Di Giuseppe è a tempo determinato, legato alla durata del mandato del presidente Marsilio e regolato da un rapporto di diretta collaborazione, per il quale il consigliere ha dovuto dimostrare di avere competenze e titoli per l’accesso e che, a scanso di equivoci, non può essere in nessun modo trasformato in indeterminato». (l.v.)