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TERAMO. Parte la gara per la progettazione del bioessicatore. La Team ha pubblicato il bando rivolto ai professionisti interessati a proporre soluzioni tecniche per realizzare l’impianto che produrrà metano da scarti di cibo e sfalci di verde. Le offerte vanno presentate entro giovedì 25 gennaio e il giorno dopo sarà avviata la verifica tecnica ed economia per l’individuazione dell’offerta migliore. In ballo c’è un appalto da 29 milioni di euro, di cui poco più di 800mila per pagare i tecnici che stileranno il progetto, stanziati tramite il Pnrr.
La tempistica indicata dalla Team, la società che fa capo al Comune guidata da Sergio Saccomandi e che gestisce la procedura in quanto affidataria del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città, fissa in due mesi la scadenza per la firma del contratto con il progettista o il gruppo di professionisti cui sarà affidato l’incarico. Stringenti anche le altre scadenze. Il progetto andrà riconsegnato entro tre mesi e subito dopo partirà la gara per i lavori che, stando ai termini previsti per l’uso dei fondi del Pnrr, dovranno essere conclusi nel 2026. Il biodigestore verrà costruito in contrada Carapollo, nell’area liberata dall’ex inceneritore a ridosso della sede operativa della Team. Nel bando l’intervento da realizzare è descritto nei dettagli. «L’opera pubblica è rappresentata da un impianto per la produzione di biometano da frazioni organiche dei rifiuti urbani», si legge nel documento, «da immettere nella rete del gas naturale e utilizzare come biocombustibile per autotrazione, contribuendo così alla diminuzione di emissioni climalteranti». Le di finalità sono di carattere ambientale, ma anche economiche. Con il biometano sarà prodotta, inoltre, energia elettrica per alimentare gli impianti di contrada Carapollo e la quota residua verrà immessa sul mercato, garantendo introiti alla Team. Il progetto prevede un ulteriore fonte di approvvigionamento energetico. A produrre elettricità sarà anche un impianto fotovoltaico installato sulla copertura del capannone di trattamento dei rifiuti.
Il bioessiccatore, sempre secondo quanto riportato nel bando, avrà una capacità di lavorazione di 35mila tonnellate l’anno di scarti provenienti dalla raccolta differenziata, a cui si potranno aggiungeresi quelli provenienti da attività agricole. Per il Comune e la società che gestisce l’igiene urbana si tratta, dunque, di un progetto strategico per ridurre i costi di trasporto del pattume in altri impianti fuori provincia e in altre regioni, ma anche per trarre utili dall’energia prodotta e messa in vendita. Il biodigestore, tra l’altro, è risultato determinante per spingere Teramo in alto nella classifica nazionale di “City vision” dedicata alle città intelligenti.
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