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L’AQUILA. L’Azienda per il diritto agli studi universitari dell’Aquila prova a uscire fuori dal caos in cui è piombata da mesi. Lo fa mettendosi in regola.
«Liquidazione di 600 mandati e circa 60 ordinanze direttoriali per un importo complessivo di circa un milione di euro, ricognizione delle somme in entrata sull’area diritto allo studio (complessivamente pari a 3,3 milioni), impegno delle somme con vincolo di destinazione in favore di studenti per complessivi 2,2 milioni. E ancora: predisposizione, approvazione e pubblicazione del bilancio gestionale 2023-2025 e predisposizione, pressoché ultimata, del bilancio previsionale 2024-2026 dell’ente, da sottoporre all’approvazione del Cda nel mese di gennaio, e liquidazione degli stipendi di dicembre ai dipendenti dell’azienda, recuperando il pregresso dei mesi di marzo, ottobre e novembre 2023», questi alcuni dei provvedimenti adottati nei giorni scorsi dall’Adsu secondo una nota dell’azienda. «La nomina del nuovo direttore Michele Suriani è stata effettuata il 4 dicembre scorso ma la operatività, dopo i passaggi burocratici, è arrivata il 14 dicembre scorso. L’azienda veniva da oltre due mesi di fermo dell’attività per la sospensione e la mancata sostituzione dell’ex direttore, il dirigente regionale Paola Di Salvatore», spiega ancora l’Adsu dell’Aquila.
«Noi rispondiamo lavorando a testa a bassa e con risultati concreti alle polemiche strumentali: in una decina di giorni lavorativi, concomitanti con il periodo natalizio e delle festività di fine anno, abbiamo fatto ripartire l’attività dell’ente che è tornato nella piena operatività», commenta il presidente facente funzioni del Cda, Antonio Pensa, che guida l’azienda dopo le dimissioni di Eliana Morgante. «E questo grazie al sacrificio e al senso di responsabilità del personale che, comunque, ha continuato a lavorare nonostante le evidenti criticità. E dopo oltre due mesi di paralisi per l’assenza di un dirigente con poteri di firma e con la vacatio del vertice dirigenziale apicale che ha portato al blocco delle attività e dei pagamenti tra cui gli stipendi ai dipendenti, è stato fatto un grande lavoro che ha portato alla regolarizzazione di decine e decine di situazioni, in clima di ritrovata serenità tra i dipendenti».
Quindi facendo riferimento alla sentenza del giudice del lavoro che ha bollato come illegittima la revoca dell’incarico a Di Salvatore: «Ora dobbiamo andare avanti sia nell’opporci al ritorno dell’ex direttore generale, sul quale stiamo lavorando d’intesa con la Regione Abruzzo, sia nel concludere altre questioni».
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