L’AQUILA. La statua rinvenuta in piazza Chiarino si aggiunge alle migliaia di ritrovamenti emersi durante i lavori di ristrutturazione e di ricostruzione del post-sisma. Numerose tessere di un puzzle destinato a riscrivere la storia della città.
Ad accorgersene, già nei primissimi anni dopo il sisma, fu l’allora vice commissario per la tutela dei beni culturali, Luciano Marchetti, che nel 2012 firmò, insieme all’archeologo della Soprintendenza, Vincenzo Corrieri, il testo “Le macerie rivelano” (poi divenuto anche una mostra) in cui si descrivevano numerosi inediti ritrovamenti, a partire da una cisterna risalente al 1400-1500 nata per convogliare e incanalare le acque piovane nel sottosuolo del duomo e dal primo, prezioso rosone di Santa Giusta, rimasto per anni nell’impasto della muratura della chiesa.
Nel 2014 fece parlare per mesi di sé il ritrovamento di un busto di leone in pietra calcarea, di epoca romana, che doveva stare a «guardia» dell’antica porta Barete.
Poco dopo l’inizio dei lavori al teatro comunale, nel 2015, vennero alla luce l’antico fondale del palcoscenico risalente al 1820, insieme ad alcune preziose decorazioni a rilievo sulle volte d’ingresso. Lo stesso cantiere del castello cinquecentesco ha restituito inediti passaggi sotterranei. Con l’inizio dei lavori al duomo, nel 2019, sono venuti alla luce due locali ipogei sotto la navata di sinistra, mentre una ventina di salme furono rinvenute nel 2009 sotto alla sagrestia, corpi a cui se ne aggiunsero dieci anni dopo altri tre davanti all’altare maggiore della chiesa. Il terremoto è stato anche l’occasione per riscoprire le mura storiche, in pessimo stato nel 2009, e realizzare le indagini archeologiche sul Torrione, mai fatte prima. Fino al 2017 le antiche stanze del convento di San Michele Arcangelo costruito nel primo trentennio del Seicento, dai frati Cappuccini, e gli spazi della chiesa adiacente, sono rimasti “nascosti” nei sotterranei dell’Emiciclo alla villa comunale: in parte adibiti a deposito della Regione, in parte coperti dalle sovrastrutture successive. Una pavimentazione di epoca medievale è stata rinvenuta sotto l’attuale piano di calpestio di piazza Duomo. Solo lo scorso settembre è stato mostrato alla cittadinanza lo straordinario ciclo di affreschi del 500 riscoperto nel corso del restauro nella chiesa di Santa Maria della Misericordia.
Centinaia i ritrovamenti durante il cantiere dei sottoservizi, moltissimi quelli nelle chiese e nei palazzi storici della città e del cratere (affreschi, volte, portali, passaggi, decorazioni murarie, antiche colonne), che negli anni hanno stupito gli aquilani, non senza tuttavia creare intoppi e ritardi nella ricostruzione. (m.c.)