TERAMO. Tre rappresentazioni del presepe vivente nel Teramano – a Cerqueto di Fano Adriano, Giulianova e Villa Paterno di Campli – hanno radunato migliaia di visitatori e generato un’atmosfera di festa e di condivisione nelle comunità.
A Cerqueto circa 4mila persone hanno assistito al tradizionale appuntamento, giunto alla 56ª edizione: è la rappresentazione natalizia più longeva della provincia. Organizzata dalla Pro loco con la collaborazione di Comune di Fano Adriano, Bim, Parco Gran Sasso-Laga e Provincia, quest’edizione è stata caratterizzata da una spettacolare scenografia di luci: in un teatro naturale di rocce e grotte e al cospetto della maestosa capanna all’ingresso del borgo, 200 figuranti con la voce narrante dell’attore teatrale Carlo Orsini e la regia di Angelo Mastrodascio hanno rievocato per quadri le scene bibliche del Vecchio e Nuovo Testamento. A interpretare Gesù bambino la piccola Flavia, la Madonna Giulia Mastrodascio e San Giuseppe Francesco Pisciaroli. Prima del presepe c’è stato il concerto del pianista Arturo Stalteri.
La presenza del vescovo di Teramo-Atri Lorenzo Leuzzi, che ha benedetto la rappresentazione e la lampada della pace arrivata dalla chiesa della Natività di Betlemme grazie al gruppo Agesci, hanno impreziosito la 26ª edizione del presepe vivente di Giulianova paese. Il corteo dei 60 figuranti è partito da piazza Buozzi, da qui si sono snodati i gruppi per dodici scene. Oltre 2.500 persone hanno assistito alla rappresentazione, organizzata nel solco della tradizione napoletana del ’700 dall’associazione “Unica Stella” con il patrocinio del Comune e la regia di Domenico Canazza.
Il piccolo borgo di Villa Paterno di Campli si è trasformato in Betlemme per la seconda edizione del presepe vivente organizzato dall’associazione “Villa Paterno nel cuore” con il patrocinio del Comune e del Bim. Oltre 80 figuranti e circa 1.500 spettatori per la rappresentazione. Gesù bambino è stato interpretato dalla piccola Maria Pettinaro, un mese e mezzo di vita, e l’arrivo dei Magi è stato caratterizzato dal racconto del parroco don Luca Ruggeri.
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