VASTO. È stata la più votata in assoluto alle elezioni provinciali. Con 7.293 voti Catia Di Fabio, sindaca di Monteodorisio, è stata eletta nella lista di centrodestra “La Provincia che vogliamo”. Un successo che per la compagine civica Nuovo Agire è frutto del suo «incessante lavoro di amministratrice, rivolto non solo alla crescita di Monteodorisio, ma dell’intero territorio del Vastese».
«Sono molto contenta di questo risultato conquistato grazie all’impegno dei consiglieri e dei sindaci di tutta la provincia di Chieti», commenta la sindaca, «un grazie alla mia famiglia, ai miei amici, ai miei meravigliosi consiglieri di Monteodorisio, agli amici del territorio, amministratori e sindaci, alla mia comunità umana e politica. Un grazie particolare va a tutti gli amministratori dei piccoli Comuni che vivono, insieme a me e insieme a noi, le tante difficoltà di ogni giorno».
Oltre a Di Fabio sono stati eletti Graziana Di Florio, sindaca di Cupello (4.590 voti), Alessandro La Verghetta, consigliere comunale di Vasto (4.765 voti) e Carlo Moro, assessore comunale di Lentella (5.901 voti). «Il Vastese in consiglio provinciale è ben rappresentato», commenta il sindaco di Scerni Daniele Carlucci, «un’opportunità unica affinché il territorio vastese torni protagonista su temi importanti come viabilità, scuola, infrastrutture e servizi. La Provincia di Chieti torni ad ascoltare ancora di più i nostri territori del Vastese e le proprie esigenze di sviluppo. Ai neo eletti i migliori auguri di un proficuo lavoro».
Per Camillo D’Amico, consigliere comunale di minoranza a Cupello «il voto è frutto del consenso “pilotato” di sindaci e consiglieri comunali il cui singolo “peso specifico” è direttamente legato alla popolazione residente in anagrafe. Un esempio per tutti: il voto espresso dal consigliere comunale di Vasto vale quanto quello espresso da nove di Cupello. L’augurio che bisogna farsi», sottolinea D’Amico, «è che questa sia veramente l’ultima volta che la Provincia abbia una classe dirigente frutto di accordi di potere e non del libero, unico e diretto voto dei cittadini dove “uno vale uno” e il peso specifico degli eletti, oltre che la credibilità istituzionale, è decisamente maggiore». (a.b.)
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