GIULIANOVA. Proteste e malumori fra i residenti nella frazione Colleranesco per via dei lavori di rifacimento del tratto di metanodotto Ravenna-Chieti, lavori che fanno slittare l’intervento per la realizzazione della rete fognaria in via Mulino da capo. Gli abitanti della popolosa frazione dovranno quindi pazientare ancora del tempo per poter avere i nuovi allacci delle fogne, almeno fino all’inizio del nuovo anno: come riferito dall’assessore ai lavori pubblici Giampiero Di Candido «non si possono sovrapporre i due cantieri: pertanto i lavori della rete fognaria eseguiti dalla Ruzzo Reti, già appaltati, verranno rinviati indicativamente a gennaio».
Intanto monta la protesta fra i residenti, che si dicono anche piuttosto preoccupati per il rifacimento dell’impianto di gas metano che, in alcuni tratti, va quasi a ridosso delle abitazioni. A farsi portavoce dei malumori degli abitanti del quartiere è Francesco Mattiucci, il quale ha raccontato di essersi rivolto a un legale. «Noi cittadini so che possiamo fare ben poco dinnanzi ad un’opera di tale rilevanza e dimensioni», riferisce il residente, « ma dopo i fatti accaduti nel 2015 nella frazione di Mutignano di Pineto, dove esplose il gasdotto della Snam, siamo molto preoccupati. Inoltre per recintare l’area cantiere, hanno invaso il mio terreno privato e tagliato le siepi, rompendo anche un muro di confine. Sono arrabbiato e ho dato mandato ad un legale per seguire la controversia». Mattiucci ha riferito di aver impugnato, attraverso il suo avvocato, il provvedimento di Snam, contestando sia il tracciato che attraversa la proprietà privata, sia la valutazione dell’indennizzo che la ditta ha proposto ai comproprietari: cifra che ammonterebbe a poche centinaia di euro. Al momento, sempre stando alle parole di Mattiucci, è in corso un arbitrato tra le parti, con la nomina di tecnici di fiducia da parte di ciascuno degli interessati. Il collegio dovrà dirimere la controversia, indicando il tracciato meno impattante per salvaguardare i proprietari e stabilire l’equo indennizzo. «I lavori sono già iniziati e hanno scavato nelle vicinanze della ferrovia, conclude Mattiucci, «danneggiando così i miei terreni agricoli e quelli degli altri confinanti: quindi oltre la preoccupazione per il metanodotto, abbiamo subito anche il danno per le proprietà private e, a quanto pare, nessuno si può opporre».
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